La corretta compilazione della cartella clinica costituisce elemento essenziale nella pratica clinica di medici ed infermieri come disposto dal legislatore e dai codici deontologici. Nel percorso di formazione alla professione questo argomento viene messo in secondo piano rispetto alla acquisizione delle conoscenze specifiche e competenze tecniche correlate all’esercizio della professione. Nel compilare la cartella quindi si fa spesso riferimento ad abitudini consolidate nel gruppo di appartenenza e/o all’esperienza di colleghi considerati autorevoli. Tutto ciò induce prassi difformi ai criteri richiesti dalla normativa, esponendo i sanitari coinvolti a spiacevoli risvolti in sede giudiziaria. Questo evento si propone con l’aiuto di un esperto qualificato di suggerire le migliori pratiche di compilazione e di tenuta ed evidenziare i più comuni errori da evitare.

Progetto di riorganizzazione del P.S. per percorsi di intensità di cura.
TRAUMATOLOGIA NON COMPLICATA
Partendo dall'attuale percorso dei traumi minori mono-segmento arti inferiori/superiori a partenza dal triage si propone l'ampliamento delle valutazioni nel percorso a bassa/media intensità utilizzando condivisi e validati item di esclusione, facendo ricorso a strumenti validati e largamente utilizzati in PS/DEA a livello internazionale per :
- cervicodorsalgie (C-SPINE rule)
- trauma cranio (CT HEAD rule)
- traumi non complicati di altri distretti (es trauma emicostato, articolazione scapolo-omerale "spalla"
La relazione con l’evento morte è assai complessa, mutevole, risente di fattori socio-culturali, religiosi e di elementi soggettivi legati alla propria situazione, al ruolo che si riveste -sanitario, familiare, malato- oltre che di dati oggettivi (es: essere in ospedale o a casa). È dunque evidente che le scelte che come sanitari facciamo riguardo al fine vita dei pazienti risentano di tutti questi fattori determinando comportamenti spesso assai disomogenei. Questo evento intende accendere uno spiraglio di consapevolezza su tutto ciò, favorendo la riflessione personale, l’approfondimento scientifico, la spinta all’acquisizione di competenze specifiche di base e l’avvio di un percorso più omogeneo e condiviso di gestione del fine vita.

L’esercizio quotidiano della professione medica, specie in medicina d’urgenza, è caratterizzato da processi diagnostici e terapeutici frutto di linee guida, di insegnamenti ricevuti negli anni di formazione, di abitudini consolidate nel tempo e spesso condivise nel proprio reparto ed ospedale, di strategie suggerite dai consulenti chiamati ad esprimere la propria opinione sul caso. A una più attenta riflessione sembra ridotto il tempo dedicato a chiedersi se esistono prove scientifiche di efficacia che oggi sostengono le nostre decisioni che non di rado hanno rilevanti conseguenze sui pazienti, sull’organizzazione e sui costi per la collettività

L’esercizio quotidiano della professione medica, specie in medicina d’urgenza, è caratterizzato da processi diagnostici e terapeutici frutto di linee guida, di insegnamenti ricevuti negli anni di formazione, di abitudini consolidate nel tempo e spesso condivise nel proprio reparto ed ospedale, di strategie suggerite dai consulenti chiamati ad esprimere la propria opinione sul caso. A una più attenta riflessione sembra ridotto il tempo dedicato a chiedersi se esistono prove scientifiche di efficacia che oggi sostengono le nostre decisioni che non di rado hanno rilevanti conseguenze sui pazienti, sull’organizzazione e sui costi per la collettività
